lunedì 10 febbraio 2014

Cava di Paterno... Puntualizziamo un pò di cose

Per noi la vicenda è cominciata ad agosto 2013, quando una cittadina di Paterno ci ha portato una relazione dell'arpat (clicca qui per scaricarla) in cui a seguito di una sua denuncia l'arpat aveva evidenziato una situazione di inquinamento ambientale. La relazione dell'arpat aveva costretto il sindaco a emettere un ordinanza di sgombero (a fine luglio clicca qui per scaricarla). Ordinanza di cui nessuno in comune aveva sentito parlare. Questa cittadina ci ha anche raccontato di come da anni cercasse di denunciare la cosa in comune e di come nessuno l'avesse mai ascoltata , da qui la decisione di denunciare personalmente la cosa all'arpat. Abbiamo presentato immediatamente una interrogazione (clicca qui) e incredibilmente ci hanno risposto nel giro di un giorno (clicca qui) per non risponderci: cioè ci rispondevano che i termini dell'ordinanza sarebbero scaduti il giorno successivo per cui non sapevano risponderci . Ne abbiamo presentata allora un altra dopo una settimana (clicca qui), ma ancora incredibilmente e in tempi record ci rispondono per non rispondere ( clicca qui). Dopo questa inaccettabile risposta mi recai personalemten nell'ufficio del sindaco ed ebbi una discussione animata con lo stesso: alle mie richieste di chiarimenti mi rispondeva dicendomi che io non capivo e che della cosa si doveva occupare lo stato....
Nel frattempo siamo entrati in possesso della famosa lettera con cui il Sindaco chiedeva alla provincia di inserire la cava nel piano di discariche interprovinciale (clicca qui). Allarmati da tutto ciò siamo usciti con un comunicato stampa con cui denunciando la cosa chiedevamo spiegazioni per questi comportamenti "omertosi". Nella cosa ci ha appoggiato anche un consigliere Regionale di SEL. Il risultato di tutto ciò è stato che a dicembre io, Laura Nencini e il consigliere regionale abbiamo ricevuto una lettera di uno studio legale in cui venivamo minacciati di possibile querela per risarcimento danni morali e materiali perchè a detta loro avevamo diffamato i proprietari della cava e gli avevamo fatto saltare la vendita della cava a una società non meglio specificata. Ovviamante dal palazzo comunale non è arrivata nenche una parola di solidarietà. Solo a gennaio siamo riusciti a scoprire cosa effettivamente ci fosse in quei 1300 big bag e lo potete scoprire scaricando le pagine di una nuova ordinanza in cui ci sono le analisi fatta da una società per conto dei proprietari della cava e le osservazioni fatte dall'arpat che identificano senza ombra di dubbio alcuno il materiale con un vero e proprio rifiuto (pagina1, pagina2, pagina3, pagina4, pagina5)

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