COMUNICATO STAMPA, 17 settembre
2013
COSA SUCCEDE A PATERNO? L’EX
CAVA NEL COMUNE DI VAGLIA RIEMPITA DI RIFIUTI PERICOLOSI.
INTERROGAZIONI IN COMUNE E REGIONE.
In un angolo del
comune di Vaglia, lontano degli occhi dei più, giorno dopo
giorno si sono accumulati materiali nell’ex cava calce Paterno.
Per anni la cava ha prodotto
calce, poi l'azienda è fallita e la cava è rimasta lì. Qualcuno
poteva pensare che sarebbe rimasta inutilizzata chissà per
quanto tempo, invece... a qualcuno è servita per, diciamo così,
sbarazzarsi di oggetti ingombranti.
Materiali di vario
tipo, alcuni dei quali d’incerta natura, sono stoccati ormai da
anni all'interno dei capannoni della cava e all'esterno della
proprietà. In particolare non sfugge all'occhio l'innumerevole
distesa di big bags ovvero di borsoni bianchi utilizzati proprio
per contenere rifiuti pericolosi quali l'amianto: sono ben 1300
per un metro cubo l'uno, fanno 1300 metri cubi di rifiuto di
origine sconosciuta, scarto di non si sa quale lavorazione,
lasciato alle intemperie.
Ma cosa ci fanno lì?
Perché nessuno se n’è mai accorto? Perché l'amministrazione non
si è mossa prima per indagare cosa stesse succedendo? C’è voluto
un esposto all'Arpat da parte di un cittadino residente per far
sì che qualcuno andasse a controllare. Il risultato? Un rapporto
dell'Arpat dove troviamo una lista di oggetti, oli, fibre
(alcuni dei quali di natura sconosciuta) che non dovrebbero
stare lì. L’ex cava non è, infatti, adibita a discarica, per
tanto ci chiediamo come sia stato possibile che tutti questi
rifiuti si siano accumulati senza che nessuno alzasse un dito.
Ne scaturisce
un'ordinanza di sgombero da parte del Sindaco di Vaglia, con dei
termini da rispettare. Incredibile la risposta che il Comune cha
dato a seguito di un’interrogazione di Laura Nencini e Roberto
Rossi – PerUnAltraVaglia - riguardo proprio gli adempimenti
dell'ordinanza stessa: presentando l'interrogazione in data 10/9
è stato risposto che i termini scadevano l'11/9 ed il 12/9 e per
tanto non si poteva dare risposta. Senza contare che su altre
domande fatte (tipologie e origine dei rifiuti) non vi è stato
neppure un accenno. Facciamo notare che
l'Amministrazione ha trenta giorni di tempo per rispondere alle
interrogazioni, tempo che normalmente si prende tutto (come nel
caso della richiesta sull'agibilità della Scuola Barellai,
protocollata in data 27/8 e non ancora pervenuta, siamo,
infatti, a quasi trenta giorni!).
Il mistero dunque
s’infittisce, perché tutta questa fretta di rispondere per NON
RISPONDERE?
Crediamo che sia ora che chi ha
sbagliato paghi e che la verità venga fuori. Tutta quest’omertà
non fa altro che aumentare i cattivi pensieri, per questo
vogliamo che tutti i cittadini siano informati di cosa sta
accadendo affinché portino il proprio contributo nella battaglia
di questi abusi ambientali e della nostra salute.
Un’interrogazione sulla vicenda sarà presentata anche in Regione
Toscana dal Consigliere Regionale Mauro Romanelli.
Laura Nencini e Roberto Rossi
– PerUnAltraVaglia
Mauro Romanelli – Consigliere
Regionale della Toscana SEL
Stavo girando sul web per trovare la strada migliore per reclamare per il divieto di sosta intorno alla stazione di Vaglia in coincidenza con i mondiali ed ho letto questo comunicato stampa!
RispondiEliminaSono senza parole e la mia indignazione per il divieto di sosta mi pare ora ridicola al confronto.
Come cittadina posso solo dire che non sono affatto stupita di questo comportamento dell'amministrazione, sono anni che noto una gestione dei rifiuti ordinari urbani che va avanti per inerzia e ai limiti della legge.
Ma questa presenza di una discarica con rifiuti pericolosi mi sembra più preoccupante e che richieda un intervento veloce ed incisivo da parte del sindaco!
Lucia Buscaglione
Ciao Lucia, il problema è che il nostro Sindaco (che dovrebbe tutelare la salute dei propri cittadini) si è limitato a fare il minimo sindacale, cioè a emettere l'ordinanza di sgombero su segnalazione dell'arpat. L'ordinanza è scaduta l'11 Settembre. Sono andato personalmente stamani a parlare con il sindaco e glio ho chiesto se si fosse premurato di chiamare la forestale (responsabile della verifica dell'ordinanza) o l'Arpat per conoscere la natura esatta dei rifiuti. Mi ha risposto che non è compito suo e che lui quello che doveva fare (cioè il minimo per non incorrere in una denuncia penale) l'ha fatto. Sembra che della questione non gliene freghi assolutamente nulla.
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